Ylenia: il Work and Travel è una scuola di vita, uno spettacolo da vivere come protagonista

Ho scelto di partire per il programma "Work and Travel" con Mondo Insieme perché volevo vivere un'esperienza fuori dall'ordinario: volevo sfidare me stessa, andare oltre i miei limiti e uscire dalla mia comfort zone. Ho scelto di partire per vivere un'estate che aveva tutte le potenzialità per essere la più bella della mia vita. E così è stato.

Tra le tre mete disponibili ho scelto il Parco Nazionale di Yellowstone perché la natura è il mio habitat, il posto in cui mi sento più a mio agio e che amo scoprire in tutte le sue meravigliose
sfaccettature. E poi a Yellowstone ci sono i geyser, quando mai mi ricapita di vederli!
Una volta arrivata a destinazione ho subito cominciato il mio lavoro presso l'Old Faithful Inn, una struttura in legno risalente al 1904 che affaccia direttamente sul geyser più famoso del parco e del mondo: il mitico Old Faithful. Ogni 90 minuti le sue eruzioni tengono a naso all'insù migliaia di visitatori. Ma oltre a questo c'è molto di più: il parco ha molti altri geyser, hot springs e "pools", pozze di acqua calda con dei colori stupendi e quasi irreali. Ho avuto la possibilità di avvistare tantissimi animali selvatici: cervi, alci, scoiattoli, vari tipi di uccelli e i bisonti, amorevolmente chiamati "bisonbison" da uno dei nostri amici americani.
Purtroppo (o per fortuna) non ho avuto la possibilità di vedere alcun orso, ma ce ne sono tanti nel parco quindi è molto facile avvistarli. Non dimenticate però di portare con voi il vostro bear spray quando andate a fare hiking!
Il parco è veramente una meraviglia della natura e per vederlo bene tutto non basterebbe un mese intero. La cosa che mi ha colpito di più è stata la sua bellezza sempre cangiante. Ogni sera io e la mia amica italiana andavamo a passeggiare sulla passerella nel bacino di geyser e ogni sera, puntualmente, qualcosa cambiava: un geyser era più ribollente del solito, un altro eruttava inaspettatamente, una pozza aveva dei riflessi particolari dati dalla luce, uno scoiattolo ci attraversava la strada o si faceva guardare da vicino. Per non parlare dei tramonti: ogni sera rimanevamo a bocca aperta, stupite dalla bellezza di crepuscoli particolari ed unici.
Ho vissuto per due mesi e dieci giorni in un dormitorio, condividendo la camera con una mia amica italiana. Ci siamo trovate benissimo: tutti erano molto simpatici e disponibili con noi e ci hanno fatto sentire come a casa. Io e la mia amica eravamo note come "the girls" o "the Italians" ed eravamo conosciute a salutate da tutti. Tutti gli alloggi per i dipendenti sono vicinissimi alle principali strutture e al luogo di lavoro, quindi nei vari villaggi ci si può spostare agevolmente a piedi. Per visitare i vari villaggi e le diverse zone del parco, invece, c'è bisogno della macchina.
Nelle mense dei dipendenti diciamo che si sopravvive: non bisogna essere troppo schizzinosi, ma pronti ad affrontare quasi ogni giorno hamburger e patatine cucinate in mille modi diversi. Nota di merito, i dolci. Gli americani sono veramente bravissimi a cucinare leccornie come i brownies o la famosissima apple pie.
La vita a Yellowstone è stata bella intensa: lavoravamo molto e nei giorni liberi eravamo sempre in giro per il parco. Ho conosciuto tantissime persone provenienti da quasi tutti gli stati americani e anche molti altri studenti internazionali provenienti da tutto il mondo.
Gli amici americani sono quelli che mi sono rimasti più nel cuore e con i quali sono tutt'ora in contatto. Ci hanno accolto fin dal primo giorno a braccia aperte e ci hanno aiutato quando avevamo bisogno. Siccome molti avevano la macchina, si sono sempre mostrati disponibili a portarci in giro per fare hike o scoprire nuovi posti. Ho anche avuto occasione di vedere il Grand Teton National Park, un altro meraviglioso parco a sud di Yellowstone, cosa che non sarebbe stata possibile se gli americani non ci avessero portato con loro.
Durante la mia permanenza ho avuto modo di prendere parte ad attività tipicamente americane come il rodeo con i tori e i cavalli e il "bonfire" (falò) attorno al quale ci siamo seduti mangiando marshmellow arrostiti su un bastoncino e parlando delle nostre vite e delle nostre esperienze.
Finito il periodo di lavoro nel parco, io e altre ragazze siamo partite per il grace period, il nostro mese di viaggio on the road nella grande America. Io e la mia amica abbiamo scelto di stare lì fino a due giorni prima della scadenza del visto, per poter goderci fino a fondo la nostra meritata vacanza. E non avremmo potuto fare una scelta migliore: in 28 giorni abbiamo percorso circa 5000 miglia toccando sei stati diversi e visitando una decina di parchi nazionali e statali. Tra le tappe che più mi sono rimaste nel cuore menziono sicuramente il Lower Antelope Canyon, lo Zion National Park, lo Yosemite National Park, l'Arches National Park e il Canyonlands National Park. Non basterebbe un libro intero per raccontare la bellezza di questi luoghi e il senso di libertà selvaggia che trasmettono. Ho scattato delle foto bellissime che terrò sempre per ricordo ma raccomando sempre di fotografare prima di tutto con gli occhi, di guardarsi intorno ed imprimersi nella mente ogni minimo particolare di quei posti. Sono luoghi che vanno esplorati ma prima di tutto rispettati, sentendosi una parte piccolissima del disegno della natura.
Purtroppo in estate orde di turisti chiassosi e poco disciplinati popolano queste aree, quindi raccomando di pianificare bene e per tempo le tappe e i vari spostamenti, senza dimenticare che le distanze in America sono veramente immense.
Questa esperienza ha sicuramente cambiato la mia vita e la visione che ho delle cose: mi ha reso molto più matura, responsabile, flessibile. Mi ha insegnato ad affrontare i problemi, a gestire il mio denaro, a pianificare tutto e poi stravolgere i piani, a convivere con altre persone, a parlare e ad ascoltare. Non è una semplice esperienza che si fa solo per migliorare l'inglese. E' una scuola di vita, nonché uno spettacolo da vivere come protagonista.
Consiglio di partire a chiunque voglia mettersi in gioco ma anche a chi ha un po' paura a farlo, perché quando tornerete capirete che avrete acquisito le potenzialità per affrontare difficoltà che vi sembravano insormontabili.

Condividi su