Un'esperienza all'estero rappresenta un cambiamento, una sfida con se stessi, un'uscita dalla propria comfort zone! Superate le prime difficoltà si vive un'esperienza meravigliosa! Basta credere nelle proprie capacità e aprirsi alla novità! Ce lo racconta Alessia: esattamente un anno fa iniziava il percorso che mi avrebbe portata in America a vivere l’estate più incredibile della mia vita! La potrei paragonare ad una fiaba, perché dopo varie vicissitudini è arrivato il lieto fine!
L’inizio, infatti, non prometteva bene: il viaggio è lungo, le attese in aeroporto, le dormite scomode in corriera che dall'aeroporto di Washington Dulles ci portava a Ocean City. Mi svegliavo di tanto in tanto, confusa, come se fossi in un sogno.
All'arrivo la “casa”: da fuori molto carina, identica a quelle che si vedono nei film, varcata la soglia, però, si trasformava in "casa da film horror": l’odore del legno era intenso; gli alberi sul retro, visibili da grandi vetrate, davano l’idea di essere in mezzo a un bosco; e le “cabine-armadio” erano cosi buie che sembrava nascondessero qualche scheletro! Quel prefabbricato in legno però ha tenuto nascosto qualcosa di più importante, che purtroppo ho realizzato solo verso la fine: è diventato la mia seconda Casa. Era il posto giusto per stare da sola ma anche quello di ritrovo con coinquilini e amici; era il tavolo dove mangiavamo, condividendo tutto quello che ci succedeva. I miei coinquilini sono diventati una seconda famiglia, nonostante all’inizio non li sopportassi: trovarmi a convivere con altre otto persone da un giorno all’altro è stato molto difficile.
Un altro “pilastro” importante sono state le amicizie che si sono instaurate con altre ragazze che sono partite con me: nonostante spesso i turni diversi non lo permettevano, abbiamo sempre trovato il modo di tenerci in contatto e supportarci durante tutta l’estate, anche solo per un caffè veloce prima di andare a lavoro; ma anche grazie al gruppo Whatsapp di tutti i partecipanti al programma con destinazione Ocean City (chi lo ha creato ha avuto una gran idea!) abbiamo potuto organizzarci per il viaggio a Chicago.
Lavoravo nel ristorante del Carousel Hotel (Food & Beverage) come Expo (Expeditor). Il mio compito era di intermediario tra cucina e camerieri, rifinivo e controllavo i piatti provenienti dalla cucina per poi smistarli in base agli ordini. L’inizio è stato un po’ traumatico, soprattutto per la comprensione dell’americano. Uno staff fantastico, ricco di persone “pazze”, le quali rendevano quelle ore in cucina divertenti, ma anche disponibili per qualsiasi problema o richiesta per giorni di riposo extra per permettermi di viaggiare.
Un insieme di esperienze uniche, come festeggiare il compleanno per 30 ore, perchè la mezzanotte italiana erano le 6 del pomeriggio americane; strane, come fare il tiramisù (non pensavo di trovare il mascarpone! Ed era anche la prima volta che lo facevo da sola, quindi non sapevo come sarebbe stato il risultato); emozionanti, come guardare i fuochi d’artificio mentre le Cascate del Niagara cambiavano colore; imbarazzanti, come presentarsi davanti a quattro tavolate di persone (ma in fondo non è stato poi cosi male)!
La parte ancora più bella è arrivata alla fine: il viaggio, che ho organizzato con tre amiche che mi hanno raggiunta dall’Italia e incontrando un compagno di classe delle superiori a Miami.
112 giorni, riassunti nel mio profilo Instagram la_ceci_am, che tutti dovrebbero vivere almeno una volta nella vita! Bisogna avere il coraggio di “buttarsi” in esperienze come queste, ma soprattutto di superare le difficoltà e non mollare già al primo problema!
Alessia Missoni, Work and Travel USA a Ocean City, MD 2018