Frequentare un anno all'estero significa anche realizzare un sogno! Questa è la storia di Nicola, che ha avuto l'opportunità di conoscere da vicino il suo idolo, il campione di basket Chris Paul.
"Mi chiamo Nicola Biondi e voglio raccontarvi del sogno che mi ha regalato il mio giocatore preferito. Quando sei un bambino di solito ti ispiri al più forte giocatore di quel tempo, infatti tutti i miei compagni di squadra sognavano di diventare come Lebron James, Kobe Bryant o Derrick Rose, io invece ho sempre visto come modello Chris Paul, non troppo atletico, non troppo alto, ma con un'intelligenza cestistica vista poche volte nella storia del basket.
Ho sempre sognato di incontrarlo, parlarci e chiedergli un autografo...ho sempre detto ai miei amici “prima o poi lo incontrerò”, ero sicuro che sarebbe successo.
Nel 2017 partii per passare un anno negli Stati Uniti, a Portland, una città di NBA: l'occasione era davvero troppo ghiotta. Ho pensato di andare a vedere la partita dal vivo e scrivere di me su un cartellone per attirare la sua attenzione."Magari lo riesco ad incontrare, magari finisco nel maxi-schermo" mi dissi. Era un modo per essere ottimista, ma non ci credevo nemmeno io. Mia mamma mi aveva già avvisato, come un po' tutti i miei amici, dicendomi che ci sarei rimasto male perchè mi avrebbe ignorato, e non era il caso di illudermi più di tanto.
Il 9 dicembre 2017 è il grande giorno: si gioca Trail Blazers contro Rockets. Preparo il mio “I traveled 15 hours from Italy just for Chris Paul” e sono pronto a farmi vedere dal mio idolo. Arrivo al Moda Center con due amici 2 ore prima della partita, Chris aveva tirato un po' con un preparatore, ma era tornato negli spogliatoi e sarebbe uscito solo per il riscaldamento molto tempo dopo. La maggior parte delle persone sedute nel mio settore mi guardava chiedendomi se fosse vero che venissi dall’Italia. Si avvicinò anche un uomo in giacca e cravatta che voleva sapere di più della mia storia. Non ci crederete, ma stavo parlando con la guardia del corpo personale di Chris! Alla mia preghiera di avvicinare il mio idolo mi disse semplicemente di indicargli il mio posto, di più non poteva fare.
Ho sempre sognato di incontrarlo, parlarci e chiedergli un autografo...ho sempre detto ai miei amici “prima o poi lo incontrerò”, ero sicuro che sarebbe successo.
Nel 2017 partii per passare un anno negli Stati Uniti, a Portland, una città di NBA: l'occasione era davvero troppo ghiotta. Ho pensato di andare a vedere la partita dal vivo e scrivere di me su un cartellone per attirare la sua attenzione."Magari lo riesco ad incontrare, magari finisco nel maxi-schermo" mi dissi. Era un modo per essere ottimista, ma non ci credevo nemmeno io. Mia mamma mi aveva già avvisato, come un po' tutti i miei amici, dicendomi che ci sarei rimasto male perchè mi avrebbe ignorato, e non era il caso di illudermi più di tanto.
Il 9 dicembre 2017 è il grande giorno: si gioca Trail Blazers contro Rockets. Preparo il mio “I traveled 15 hours from Italy just for Chris Paul” e sono pronto a farmi vedere dal mio idolo. Arrivo al Moda Center con due amici 2 ore prima della partita, Chris aveva tirato un po' con un preparatore, ma era tornato negli spogliatoi e sarebbe uscito solo per il riscaldamento molto tempo dopo. La maggior parte delle persone sedute nel mio settore mi guardava chiedendomi se fosse vero che venissi dall’Italia. Si avvicinò anche un uomo in giacca e cravatta che voleva sapere di più della mia storia. Non ci crederete, ma stavo parlando con la guardia del corpo personale di Chris! Alla mia preghiera di avvicinare il mio idolo mi disse semplicemente di indicargli il mio posto, di più non poteva fare.
Finisce la partita, Houston vince con 26 punti di CP3. Poco prima della sirena il bodyguard mi aveva fatto cenno di scendere, rassicurando gli uomini della security e mi dice: "It’s your lucky day, man!”. Tutti i giocatori di Houston iniziano ad uscire dal campo, allungo la mano e prima Capela, poi James Harden mi danno il cinque: manca solo lui. Nel frattempo, intorno a me si è creato un assembramento di persone che volevano essere testimoni. Avevo aspettato quel momento per anni, mi ero preparato un discorso da fargli, volevo dirgli quanto fosse importante per me.
Chris Paul mi si presenta davanti, toglie le solette interne dalla scarpe, le firma e me le dà. Sono praticamente paralizzato e non riesco a capire cosa sta succedendo, dalla mia bocca esce solo “thank you, thank you so much”. Firma la mia vecchia maglia dei Clippers e quando penso che se ne stia andando si toglie la canotta con cui aveva giocato e me la allunga, assicurandosi che la prendessi io e non una delle tante persone intorno a me. Non sto più nella pelle, si avvicinano diverse persone, tra cui una coppia di ragazzi asiatici che mi chiedono una foto.
Una volta uscito dall'arena, nel tragitto per tornare a casa decido di fermarmi con gli amici in un McDonald per collegarmi al wi-fi. Ricevo una marea di messaggi in cui tutti mi mandano il video appena postato dalla pagina ufficiale dell’NBA: c'ero io! Tornando a casa, scrivo un post per Instagram prima di andare a dormire. E indovinate cosa? Il giorno dopo ci trovo il like di Chris Paul. La pagina dei Rockets mi aveva condiviso su Twitter e stavo ricevendo messaggi da tutto il mondo. Incredibile vero?
Grazie di questo sogno, CP3."
Clicca qui per vedere il video che ha immortalato questo incontro che Nicola ricorderà per tutta la vita!